Leggenda vuole che furono identificate dagli antichi con l’Eolia omerica, l’isola dove abitava Eolo, signore dei venti, che Zeus gli aveva dato in custodia. Oggi, invece, vengono identificate come le “sette sorelle”. Sette isole che, ognuna con la propria peculiarità, hanno contribuito a rendere unico questo arcipelago, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Unesco che salvaguarda fenomeni vulcanici straordinari, scenari mozzafiato, tramonti infuocati, calette da sogno, mare cristallino, camini e percorsi sottomarini che sono, appunto, il biglietto da visita di questo arcipelago di origine vulcanica di incomparabile bellezza affacciato sulla costa nord-orientale della Sicilia.
Navigare in questo lembo di Mediterraneo non è quindi una semplice crociera, ma un viaggio nel tempo che ti porta alla scoperta di luoghi e scenari meravigliosi. Qui, gli elementi – acqua, aria, terra e fuoco – si intrecciano come per magia e diventano un tutt’uno: le isole Eolie.
L’itinerario (in breve)
A dispetto della legenda nel periodo estivo il vento non spira forte, anzi, generalmente le isole sono accarezzate da brezze leggere. La rotta della crociera può quindi essere tracciata e seguita senza essere modificata. Prima di affrontarla, però, è buona norma prendere nota dei punti di fonda alternativi, ovvero quelli ridossati (riparati da mare e vento), non solo per motivi di sicurezza ma semplicemente per trascorrere la vita di bordo con maggiore comodità.
Il giro dell’arcipelago può essere percorso in senso antiorario seguendo una rotta che si snoda lungo 140 miglia partendo dalla costa nord-orientale della Sicilia, precisamente da Capo d’Orlando, per fare prua sulla vicina Vulcano. Dopo aver lasciato (a terra) il forte odore di zolfo delle solfatare, peculiarità dell’isola, si mollano gli ormeggi per raggiungere la più grande, ovvero Lipari. Si prosegue la navigazione per raggiungere Panarea, l’isola della movida, e poi Stromboli dove è d’obbligo una tappa notturna per non perdere lo straordinario spettacolo notturno. Poi si è liberi di issare le vele e ritornare verso il centro dell’arcipelago per fare tappa nella verde Salina e immergersi successivamente nella silenziosa Filicudi e, se si ha ancora tempo, di visitare la più selvaggia delle Eolie: Alicudi. Sulla via del rientro si fa di nuovo rotta su Lipari per esplorare la favolosa costa orientale e godersi gli ultimi angoli di paradiso da Vulcano.
Questo itinerario è stato scritto da Fabio Leporini. Fabio ha unito la sua grande passione per la vela con le capacità editoriali e, di conseguenza, ha pubblicato un libro ricco di consigli e consigli utili per qualsiasi velista. Puoi controllare il suo libro qui.
Itinerario consigliato
Vulcano-Lipari-Panarea-Stromboli-Salina-Filicudi-Lipari-Vulcano
1° giorno: Vulcano – Itinerario di navigazione Capo d’Orlando-Vulcano: +/- 22 nm
2° giorno: Lipari – Itinerario di navigazione Vulcano-Lipari: +/- 7,7 nm
3° giorno: Panarea/Stromboli – Itinerario di navigazione Lipari-Panarea-Stromboli: +/- 25,8 nm
4° giorno: Salina – Itinerario di navigazione Stromboli-Salina +/-24 nm
5° giorno: Salina/Filicudi – Itinerario di navigazione Salina-Filicudi: +/- 15,4 nm
6° giorno: Lipari/Vulcano – Itinerario di navigazione Filicudi-Lipari-Vulcano +/- 28 nm
7° giorno: Capo d’Orlando – Itinerario di navigazione Vulcano-Capo d’Orlando +/- 17 nm
Miglia totali: +/- 140 nm
Per calcolare le distanze abbiamo usato l’app Navionics con i seguenti parametri: Lunghezza imbarcazione: 15 m; Pescaggio imbarcazione: 2,50 m; Velocità media: 6 nodi.
Tempo di navigazione: +/- 23 h
LE COSE DA SAPERE
Fondali
Essendo isole di origine vulcanica bisogna fare attenzione ai punti di fonda, in particolare a Stromboli e ad Alicudi, perché i fondali molto profondi e difficili per effettuare l’ancoraggio. Non sono pochi, però, i punti per dare ancora nelle rade delle isole e rilassarsi.
Occhio al vento
Come in tutte le rade il vento può essere molto variabile, per cui bisogna monitorare attentamente le previsioni meteomarine e tenersi pronti a trovare riparo se il vento dovesse cambiare direzione.
Avvisi ai naviganti
Prima di intraprendere la navigazione ma anche durante la crociera è buona norma consultare le ordinanze pubblicate sul sito della Guardia Costiera soprattutto per motivi di sicurezza.
1° GIORNO: VULCANO
Tra levante e ponente
Per immergersi subito nell’atmosfera eoliana, il primo tuffo in queste acque si può fare dopo appena 16 miglia di navigazione e dare fondo all’ancora nelle vicinanze del suggestivo faro di Gelso che svetta non molto distante della spiaggia del Cannitello. Dopo qualche ora di relax si può risalire lungo la costa orientale per raggiunge una delle rade più accoglienti dell’isola: baia di Levante. Qui, dopo aver dato fondo all’ancora al largo della spiaggia delle Acque calde, si può attendere che il sole si abbassi un po’ e scendere sulla terraferma per fare un’escursione fino al Gran Cratere, per ammirare dall’alto lo scenografico panorama che offre questo scorcio di paradiso.
Prima che il sole tramonti è d’obbligo risalire in barca e sfilare lentamente tra le Bocche di Vulcano, un braccio di mare largo meno di un miglio che la separano da Lipari, per godersi lo spettacolare tramonto sugli imponenti faraglioni di Lipari. Svettano poco distanti da uno degli angoli più belli di tutte le isole Eolie, la baia di Ponente. Dalle calme e ospitali acque di questo suggestivo angolo – assolutamente da non perdere – è possibile ammirare l’imbrunire e poi trascorrere al chiaro di luna piacevoli e sicure ore all’ancora anche grazie al basso e sabbioso fondale. Tra le due baie si affaccia il paese di Vulcano dove si fa largo il caratteristico e caldo laghetto di fango che viene usato come bagni termali.
Gran Cratere della Fossa
È probabilmente il luogo più spettacolare e suggestivo dell’isola. Si è circondati da fumarole e pietre sulfuree dal colore giallo acceso e si può godere di una vista mozzafiato sull’arcipelago.
2° GIORNO: LIPARI
La sorella maggiore
Separata da Vulcano solo dalle Bocche, si arriva nella più grande delle Eolie davvero in scioltezza. In meno di tre miglia di navigazione si raggiunge, ammirandola, la poderosa cinta muraria cinquecentesca del castello – che comprende anche l’imponente Cattedrale di San Bartolomeo – a strapiombo sul mare. Fa bella mostra di sé sul costone che divide Marina Corta da Marina Lunga, il paese di Lipari. Poco più a nord si fa spazio il più grande e riparato porto dell’intero arcipelago: porto Pignataro.
Qui si può dare volta alle cime per sbarcare e visitare l’isola attraversata dai vicoli. Eventualmente, per dare fondo all’ancora ci si può spostare verso Capo Rosso, che offre due ancoraggi a nord e a sud. Non distante si trova il vero elemento che caratterizza Lipari: la montagna bianca di pietra pomice – fino a qualche anno fa una cava. Qui la pomice regala scenari stupendi. Ai piedi delle cave si trova uno dei tratti di mare più suggestivi, la spiaggia bianca, dove l’acqua ha colori caraibici.
Questa meravigliosa parte di costa si chiude con Punta Castagna, il luogo ideale per gli amanti dello snorkeling, e la spiaggia del Gabbiano, anche questa assolutamente da non perdere.
Vista sui faraglioni
Dal Belvedere di Quattrocchi, il punto panoramico più suggestivo di tutta l’isola, si possono ammirare i faraglioni e l’isola di Vulcano.
3° GIORNO: PANAREA E STROMBOLI
Tra la movida…
È la più piccola ma più mondana, modaiola e forse la più facile isola per ancorare. In meno di due ore da Lipari si raggiunge quella che probabilmente è la rada più bella di Panarea: Cala Junco. Salendo sul costone, lungo il sentiero si può inoltre ammirare il villaggio preistorico. Chi desidera muoversi un po’ con il tender o il Sup, può raggiungere la baia successiva, Cala degli Zimmari, anche questa incantevole e con un fondale sabbioso che consente un ancoraggio davvero sicuro. In zona c’è anche un campo boe. Altri due campi boe si fanno spazio in prossimità (a sud e a nord) di San Pietro, sede del centro abitato e punto di sbarco dell’isola. Più distanti dai gavitelli si può anche dare fondo all’ancora.
Villaggi preistorici
A Capo Milazzese c’è un posto davvero unico: il villaggio preistorico risalente all’Età del Bronzo (XIV secolo a.C.). È raggiungibile da Cala degli Zimmari.
Un’altra area da non perdere per fare il bagno è la poco profonda zona di acqua (compresa tra le altre piccole isolette e scogli nei pressi di Panarea) tra Bottaro e Lisca Bianca, magari indossando la maschera per ammirare lo spettacolo che offre la natura. In quest’area ci sono i caratteristici soffioni e si vedono risalire verso la superficie le bolle di gas. Tra Panarea e Basiluzzo, infatti, esiste un sistema idrotermale unico nel Mediterraneo, composto da oltre 200 camini vulcanici, chiamato Terra Fumante.
Per chi vuole fare un salto sulla terraferma non può non visitare il Raya, storico e famoso locale dove trascorrere un po’ di tempo per ascoltare un po’ di musica e bere un buon drink affacciati sulla splendida terrazza e godersi il fantastico panorama che dà su Dattilo, con Stromboli che sbuffa sullo sfondo che si può raggiungere, anche questo, in meno di due ore di navigazione.
… e il fascino della Sciara del Fuoco
Assolutamente da non perdere quello che è lo spettacolo naturale per eccellenza che il vulcano offre subito dopo il tramonto. La bocca del cratere, come per magia, si illumina di rosso. È la Sciara del Fuoco, una colata di lapilli che fuoriesce dal cratere e illumina l’estremità del vulcano.
Per la sosta notturna, se il meteo è davvero favorevole si può dare fondo all’ancora a Ficogrande, altrimenti conviene prenotare al campo boe.
Trekking sullo Stromboli
Chi vuole fare una passeggiata panoramica ai lati del vulcano può dedicare meno tempo all’isola di Panarea. La scalata raggiunge una quota di 400 metri e parte circa 2 ore prima del tramonto. La permanenza di fronte i crateri attivi permette di ammirare le esplosioni del vulcano e il tramonto sulla spettacolare Sciara del fuoco.
4° GIORNO: SALINA
Il piccolo gioiello delle Eolie
Lasciando Stromboli si fa rotta verso l’accogliente Salina, la cui vita isolana non è vivace come quella di Panarea, ma che non scorre nemmeno troppo lenta tra le viuzze che partono da piazza Santa Marina e si diramano su per la collina e lungo la costa.
Dista una ventina di miglia e una volta partiti da Stromboli, lasciato sulla dritta Strombolicchio e il suo faro, si può fare rotta diretta verso la spettacolare rada di Santa Marina (a sud del porto), dove si può dare fondo all’ancora di fronte la meravigliosa falesia su cui sia allunga la strada carrabile che conduce a Lingua, località famosa anche per le granite e per la caratteristica pietanza eoliana: il pane cunzato.
Per scendere a Lingua si può optare per il tender, ormeggiare nel marina o, se si ha la fortuna di trovarlo libero, in uno dei posti in transito del molo commerciale vicino la banchina degli aliscafi, dove si ormeggia all’ancora. Di giorno, però, le onde degli aliscafi in arrivo sono fastidiose.
Una volta sbarcati è d’obbligo una passeggiata nelle vie del centro, passando prima per la centrale e suggestiva piazza Santa Marina, dominata dalla meravigliosa (e omonima) chiesetta, dove si iniziano a respirare i profumi e l’atmosfera dell’isola che si diffondono lungo la vivace, accogliente e pedonale via Risorgimento.
Per visitare l’isola da terra e ammirare gli spettacolari scenari mozzafiato, il mezzo ideale è lo scooter, con cui si può raggiungere anche Pollara, località in cui furono girate alcune scene dell’ultimo film di Massimo Troisi: Il postino. Qui c’è la casa dove, nel film, viveva il poeta Pablo Neruda.
Prelibatezze eoliane
Il pane cunzato è piatto locale costituito da un disco di pane ricolmo di prodotti tipici del territorio tra cui capperi, cucunci (frutti del cappero), melanzane e pomodori secchi. Una vera prelibatezza.
5° GIORNO: SALINA E FILICUDI
Tra film e falesie
Risalendo la costa, subito prima di fare rotta verso ovest, si giunge allo spettacolare Capo Faro, uno dei due fari dell’isola, dove l’imponente falesia emerge a strapiombo sul mare.
Navigando lungo la costa settentrionale è d’obbligo una sosta in quello che probabilmente è lo scenario più spettacolare che offre l’isola, un gioiello della natura: il suggestivo arco naturale di Pollara, dalla caratteristica forma che richiama la proboscide di un elefante. Prima di fare rotta su Filicudi è bene quindi prepararsi per dare ancora qui, nella baia di Pollara, e godersi lo scenario che si apre proprio di fronte la famosa spiaggia de Il postino. Dalla rada, infatti, si vedono in lontananza le più selvagge e incontaminate delle Eolie: Filicudi e Alicudi. Il punto di fonda ideale è tra lo Scoglio Faraone e Punta Perciato, quella che precede l’arco naturale. Chi desidera praticare snorkeling può farlo nei pressi del faraglione, dove nei paraggi è presente uno scoglio affiorante.
Scenari mozzafiato
La spiaggia di Pollara, situata sotto una ripida scogliera a strapiombo sul mare, è uno dei luoghi più affascinanti. Da qui si può ammirare uno spettacolare tramonto.
Meta ideale per staccare la spina e rilassarsi è Filicudi, raggiungibile in meno di due ore di navigazione. Si fa base a Filicudi porto, dove si può ancorare di fronte la spiaggetta di ciottoli o assicurarsi al campo boe, sempre abbracciati dalla splendida rada che inizia a prendere la sua forma avvolgente da Capo Graziano.
Un secondo campo boe si trova a Pecorini Mare, nelle vicinanze delle grotte del Bue Marino. A terra non può mancare una visita al sito archeologico di Capo Graziano, dove ci sono i resti di un villaggio dell’età del Bronzo. Da qui si ha, inoltre, una stupenda vista.
Immersioni nella storia
Quello di Capo Graziano è un affascinante percorso archeologico subacqueo da non perdere. Custodisce almeno nove relitti di navi greche e romane. Le immersioni però si possono fare solo se accompagnati da diving autorizzati e se si è in possesso del secondo brevetto.
6°-7° GIORNO: LIPARI-VULCANO-CAPO D’ORLANDO
Tra faraglioni e baie imperdibili
Svegliarsi nella quiete di Filicudi non ha prezzo e andando incontro al penultimo giorno di navigazione si può partire con calma per coprire le ultime miglia della crociera. Prima di affrontare la traversata di circa 15 miglia che ci separa da Lipari e lasciare quella che, insieme ad Alicudi, è la più selvaggia delle Eolie, si può fare rotta verso l’estremità occidentale dell’isola per ammirare l’imponente faraglione La Canna. Svetta, con i suoi oltre 70 metri, nelle vicinanze dello scoglio Montenassari.
Non rimane quindi che fare rotta su Lipari per un passaggio dalla spettacolare baia di Punta di Levante e dare fondo all’ancora in quella successiva, l’imperdibile baia delle Formiche. Da qui si avrà una vista privilegiata sui vicini giganti, ovvero i faraglioni. Poi si riparte prima dell’imbrunire per raggiungere il porto di Ponente a Vulcano e (ri)vedere lo splendido tramonto sui faraglioni e chiudere, così, la giornata all’insegna del puro relax.
L’ultimo giorno di crociera si può partire, per approdare sulle vicine coste siciliane di Capo d’Orlando, dopo aver fatto un ultimo tuffo nelle acque della splendida baia di Ponente dell’isola di Vulcano.
Questo itinerario è stato scritto da Fabio Leporini. Fabio ha unito la sua grande passione per la vela con le capacità editoriali e, di conseguenza, ha pubblicato un libro ricco di consigli e consigli utili per qualsiasi velista. Puoi controllare il suo libro qui.